La diagnosi di autismo è una diagnosi per la vita.
Se è vero che difficilmente si potranno trovare due persone nello spettro autistico con identiche peculiarità, sotto al cappello di “Spettro autistico” ricadono oggi diverse “intensità” di sintomi/comportamenti che rendono la persona più o meno autonoma, con un grado di disabilità differente.
Le compromissioni dell’interazione sociale e della comunicazione, ad esempio, possono avere numerose manifestazioni: troviamo persone non verbali che hanno difficoltà ad esprimere bisogni fondamentali anche con strumenti di supporto, come persone perfettamente verbali e un linguaggio apparentemente funzionale con difficoltà ad instaurare una conversazione nei tempi e modi reputati “naturali”.
Alcuni esempi:
-Difficoltà nell’uso di comportamenti verbali e non verbali che regolano l’interazione sociale e la comunicazione, mancata reciprocità sociale
-Difficoltà nel creare relazioni con i propri coetanei (che non significa mancato desiderio di averne…)
-Uso stereotipato o ripetitivo del linguaggio verbale, oppure assenza totale del linguaggio verbale, oppure ancora difficoltà nell’iniziare, svolgere e sostenere una conversazione nel complesso “gioco” dello scambio che la comunicazione richiede
Alcuni esempi:
-Interessi ristretti, ripetitivi, stereotipati
-Bisogno di anticipazione, di routine, di prevedibilità, ansia
-Gioco simbolico e imitazione assenti o molto ridotti, interesse per attività di tipo sensoriale (ma -spesso- l’ambito sensoriale è sia fonte di piacere che di disagio)
Le persone nello spettro autistico hanno un funzionamento definito “neuroatipico” che necessita di essere accompagnato e sostenuto da figure che abbiano familiarità con questo diverso modo di essere, pensare, vivere e comunicare.
Alcuni esempi:
-Sovra o sotto reazione agli stimoli sensoriali: grandi “passioni” per alcune superfici, suoni ecc… (interessi assorbenti) oppure totale rifiuto e persino senso di dolore nei confronti di stimoli reputati dai più come piacevoli o neutri.
-Problematiche di tipo senso-motorio, frequentemente disprassia e un uso del proprio corpo nello spazio percepito come anomalo. Disturbi della coordinazione, della propriocezione e dell’equilibrio di entità differente da caso a caso.
Come genitori non possiamo che rimarcare l’importanza di avere sempre più una rete che ci permetta di offrire ai nostri figli e ai bambini che verranno, un sostegno adeguato per permettere loro di vivere la vita ricca e felice che meritano e che possono trascorrere.
Ciò significa però aiutare le famiglie a sentirsi ascoltate nei loro bisogni reali, così come allargare il più possibile la “cultura” sull’autismo attraverso formazioni e divulgazione, ma anche permettendo a chi lavora con la disabilità di poter approfondire e perfezionare i propri strumenti verso questa specifica diagnosi.
Il grado di indipendenza che i nostri figli possono raggiungere è fortemente legato al background formativo della rete.